Qualche settimana fa sono stata intervistata dalla redazione di BookTribu, community letteraria e casa editrice che ha un approccio molto interessante ed innovativo nei confronti di editoria e libri.
Ecco cosa mi hanno chiesto e come ho risposto (se volete leggere l'intervista nel sito originale cliccate qui)
Rompiamo subito il ghiaccio, parlaci di te. Chi sei?
Ho divorato libri e scritto fin dai
primi anni delle elementari. Questa passione ha influito anche sulle mie
scelte lavorative: ho una laurea in scienze dell'educazione ma sono
anche iscritta all'ordine dei giornalisti come pubblicista. Così per
vari anni ho percorso due binari professionali paralleli, l'insegnamento
e il giornalismo. Per scegliere infine il giornalismo, professione che
svolgo da vent'anni. Al giornalismo, nel tempo e per fortuite
coincidenze, si è affiancato il lavoro in ambito editoriale, come
agente, editor e manager culturale.
Che cosa ti ha fatto appassionare all'Editing?
Ho sempre corretto testi altrui: prima
come insegnante, poi come coordinatore delle pagine culturali di un
settimanale per cui ho lavorato vari anni. Già allora ero un editor in
embrione. Poi alcuni amici scrittori mi hanno chiesto di leggere le
stesure definitive dei loro romanzi prima che andassero in stampa e
hanno trovato utili e circostanziate le mie osservazioni e correzioni.
Così ho iniziato a occuparmene in modo più professionale finché, da una
decina d'anni, è diventato parte del mio lavoro.
Quale è il rapporto con gli Autori delle opere su cui lavori?
È un rapporto molto costruttivo e
principalmente di rispetto. Credo che occorra sempre rispettare il
lavoro altrui quindi quando devo editare un testo cerco di immedesimarmi
nell'autore, nel suo stile di scrittura, nel genere che ha scelto per
raccontare la sua storia, affinché le mie correzioni e i miei
suggerimenti siano coerenti con la sua “personalità letteraria”.
L'editing è la fase in cui si “confeziona” al meglio un testo perciò il
mio intervento deve servire a questo, non a stravolgere o modificare il
testo nella sue essenza. È molto importante quindi che editor e autore
si confrontino e che l'autore accetti di apportare solo i miglioramenti e
le correzioni che condivide e che sente in linea col proprio testo.
Su quali tipologie di testo ami lavorare?
Non ho preferenze: ogni nuovo testo è un'avventura stimolante da affrontare.
Quale è il primo obiettivo per un buon lavoro di Editing?
Come dicevo, l'editing serve a
migliorare un testo, a “confezionarlo al meglio” affinché sia corretto,
coinvolgente, che funzioni. Ma deve rispettare lo stile di chi l'ha
scritto, includendo in questo anche i “segni particolari” che
distinguono ogni autore. Ci sono libri bellissimi che non sono scritti
in italiano perfetto, ma hanno quel pizzico di originalità che li rende
vivi, accattivanti, che li fa amare al lettore. Può essere l'uso
frequente di una costruzione sintattica non proprio corretta ma che in
quel contesto ha un senso, oppure il discorso diretto espresso in modo
alternativo senza virgolette caporali o altri segni distintivi, o l'uso
di termini dialettali – sto facendo degli esempi banali. Tutte cose che
in linea di massima andrebbero corrette ma in un determinato testo hanno
ragione d'essere, lo colorano. L'editor deve capire se è il caso di
conservare queste imperfezioni o “limare” il tutto col rischio di
rendere la narrazione piatta e anonima.
Da “divoratrice di libri”, come ti definisci, che cosa ti piace leggere?
Amo leggere un po' di tutto, narrativa,
saggistica. Non ho un genere preferito. Sono quella che viene definita
lettrice forte. Leggo moltissimo sia per lavoro che per piacere
personale, una media di 8-10 libri al mese.
E che cosa ti aspetti dal primo Contest Letterario di BookTribu?
Mi piace il principio su cui si fonda
BookTribu: offrire a tutti coloro che scrivono per passione la
possibilità di proporre il proprio lavoro e di essere valutati da un
campione reale di lettori. Senza i “filtri” che spesso la logica delle
case editrici impone. Valutare una storia per ciò che è, per l'impatto
che ha sui lettori, non in base alle leggi di mercato o a criteri di
stile pseudo intellettuale. Quindi mi aspetto che dal contest emergano
nuovi autori interessanti.
Quale è il tuo sogno nel cassetto?
Amo il mio lavoro e mi ritengo fortunata
per questo, ma vorrei mettere da parte i testi degli altri e potermi
dedicare esclusivamente alla mia scrittura.
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